La pasticceria ericina: storia di donne e di emancipazione

Pasticceria siciliana: storia della tradizione a Erice

La pasticceria siciliana è senza dubbio ‘arabeggiante’, ma c’è una storia meno conosciuta, quella dei monasteri e delle donne che ci venivano mandate, che caratterizza il successo della pasticceria sicula.

Non stiamo parlando di cannoli o cassate ma di tesori appena un poco più nascosti rimasti nei luoghi che hanno da sempre ospitato i conventi, ed Erice ne contava ben cinque. Qui l’arte dolciaria per secoli visse un grande fermento. La produzione più importante si ebbe all’interno di due conventi, quello di San Carlo e quello di Santa Teresa. Nelle cucine le suore di clausura preparavano dolci e biscotti con mandorle, miele, ricotta, cedro, fichi. Le ricette, gelosamente custodite in segreto, venivano elaborate in occasione degli eventi previsti dal calendario liturgico.

Queste prelibatezze potevano vendersi solo attraverso la ruota, unico sistema con cui le suore di clausura potevano interagire con il mondo. Oggi, invece, imperano nelle vetrine delle pasticcerie di Erice. Il merito è delle giovani donne che, mandate in convento dalle proprie famiglie troppo numerose, spiavano giorno dopo giorno i segreti delle monache e, una volta uscite, hanno ‘liberato’ i dolcetti dalle mura conventuali creando una pasticceria famosa, ricercata e conosciuta.

Altropasso cammina verso Erice per conoscere meglio queste storie. Come quella di una vera star della pasticceria conventuale, Maria Grammatico che intervisteremo insieme ad altri personaggi chiave sia della pasticceria che della cultura enogastronomica ericina.

Dobbiamo l’organizzazione del nostro soggiorno ad Erice a Francesca Adragna (autrice della foto), nostra preziosissima informatrice ericina. Grazie!!!